Bruxelles - 10 febbraio 2024 _ L'Europarlamento e il Consiglio europeo hanno raggiunto un accordo per aggiornare la regolamentazione del Rating ESG (Environmental, Social, Governance). I rating ESG hanno un impatto sempre più importante e la crescente influenza del rating sul funzionamento dei mercati dei capitali e sulla fiducia degli investitori nei prodotti sostenibili e, specificamente, sulla valutazione complessiva delle aziende ha determinato un crescente interesse a ricevere valori positivi; conseguentemente alcuni valutatori hanno forzato le loro analisi, alimentando un clima di scarsa trasparenza. Allo stesso tempo, al fine di raggiungere la neutralità climatica, è stato fatto ricorso alla criticabile pratica del greenwashing, nascondendo informazioni rilevanti che avrebbero orientato le scelte di consumatori, investitori e altri partecipanti al mercato o anche rilasciando informazioni ingannevoli e, addirittura, false. Il greenwashing falsifica le proprie credenziali ambientali permettendo alle aziende di acquisire una ingiustificata reputazione di sensibilità aziendale. L’accordo concluso tra il Consiglio e il Parlamento mira a rafforzare l’affidabilità e la comparabilità dei rating ESG migliorando la trasparenza e l’integrità delle operazioni dei fornitori di rating ESG, prevenendo in tal modo potenziali conflitti di interessi. La rilevanza e la portata di una normativa che favorisca una maggiore trasparenza e un incisivo controllo pubblico delle agenzie di rating hanno fatto sì che l’odierno accordo, seppure provvisorio, sia unanimemente definito storico. Il ministro delle Finanze belga, Vincent Van Peteghem, ha dichiarato: “Accolgo con favore questo accordo. Aumentare la fiducia degli investitori attraverso Rating ESG trasparenti e regolamentati può avere un impatto significativo sulla nostra transizione verso un futuro più socialmente responsabile e sostenibile” Aurore Lalucq, europarlamentare, economista francese si è detta: “Orgogliosa di aver negoziato a nome del Parlamento per far sì che l’Unione Europea sia il primo grande attore ad adottare una legislazione ambiziosa in questo settore, lontana dai luoghi comuni e dai falsi dibattiti tra accuse di greenwashing da un lato e di capitalismo selvaggio dall’altro”. Scendendo nei dettagli, la europarlamentare ha precisato: “Uno dei risultati più rilevanti è l’obbligo per le agenzie di rating di suddividere i criteri ambientali, sociali e di governance in tre componenti separate”. “Aggregare i punteggi per questi tre criteri non aveva alcun senso - ha concluso Lalucq - Un punteggio eccellente in un’area potrebbe nascondere risultati disastrosi in un’altra. È così che ci ritroviamo con aziende del settore petrolifero valutate molto bene, nonostante le conseguenze ambientali della loro attività”. Secondo le regole che dovranno essere adottate in un testo definitivo, i fornitori di rating ESG dovranno essere autorizzati e supervisionati dall’ESMA, l’Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati, e rispettare i requisiti di trasparenza, in particolare per quanto riguarda la loro metodologia e le fonti di informazione. Il Consiglio e il Parlamento hanno chiarito le circostanze in cui i rating ESG rientrano nell'ambito di applicazione del regolamento, fornendo ulteriori dettagli sulle esclusioni applicabili. L’accordo chiarisce inoltre l’ambito di applicazione territoriale del regolamento, stabilendo cosa costituisce operare nell’UE. Il Consiglio e il Parlamento hanno convenuto che se i partecipanti ai mercati finanziari o i consulenti finanziari divulgano i rating ESG nell’ambito delle loro comunicazioni di marketing, includeranno informazioni sulle metodologie utilizzate in tali rating ESG sul loro sito web. Ciò è stato fatto attraverso una modifica del regolamento sull’informativa sulla finanza sostenibile. L’accordo chiarisce che i rating ESG comprendono fattori ambientali, sociali e relativi ai diritti umani o alla governance. L’accordo prevede la possibilità di fornire rating separati E, S e G. Tuttavia, se viene fornito un rating unico, la ponderazione dei fattori E, S e G dovrebbe essere esplicita. I fornitori di rating ESG stabiliti nell’UE dovranno ottenere un’autorizzazione dall’ESMA. I fornitori di rating ESG stabiliti al di fuori dell’UE che desiderano operare nell’UE, dovranno ottenere l’approvazione dei loro rating ESG da parte di un fornitore di rating ESG autorizzato dall’UE, un riconoscimento basato su un criterio quantitativo o essere inclusi nel registro UE dei fornitori di rating ESG su sulla base di una decisione di equivalenza in relazione al paese di origine e a seguito di un dialogo tenutosi tra l'ESMA e l'autorità competente del paese terzo interessato. Il testo dell’accordo ha inoltre introdotto un regime di registrazione più leggero, temporaneo e facoltativo di tre anni per le piccole imprese e i gruppi che forniscono rating ESG. I piccoli fornitori di rating ESG che optano per il regime più leggero saranno esentati dal pagamento delle commissioni di vigilanza dell’ESMA. Dovranno rispettare alcuni principi generali di organizzazione e governance, nonché obblighi di trasparenza nei confronti del pubblico e degli utenti. Saranno inoltre soggetti ai poteri dell’ESMA di richiedere informazioni e condurre indagini e ispezioni in loco. All’uscita da questo regime temporaneo, i piccoli fornitori di rating ESG dovranno rispettare tutte le disposizioni delineate nel regolamento, compresi i requisiti in materia di governance e commissioni di vigilanza. Per i piccoli fornitori di rating ESG, l’accordo prevede inoltre che, se le condizioni sono soddisfatte, l’ESMA potrebbe decidere di esentare un fornitore di rating ESG da alcuni requisiti, ma solo in casi debitamente giustificati e in base alla natura, alla portata e alla complessità dell’attività di rating ESG. il fornitore di rating ESG e la natura e la portata dell’emissione di rating ESG. L’accordo introduce in linea di principio la separazione tra business e attività, con la possibilità per i fornitori di rating ESG di non costituire un’entità giuridica separata per determinate attività, a condizione che vi sia una chiara separazione tra le attività e che pongano in essere misure per evitare potenziali conflitti di interessi. Tuttavia, tale deroga non si applicherebbe ai fornitori di rating ESG che svolgono attività di consulenza, attività di audit e attività di rating del credito. I fornitori di rating ESG possono tuttavia sviluppare parametri di riferimento se l’ESMA ritiene che siano state messe in atto misure sufficienti per affrontare i conflitti di interessi.
Ludovico Tallarita |