Roma - 22 giugno 2021 _ La scintilla tra blockchain e automobile è già scoccata. I campi d’applicazione della ‘catena di blocchi’ spaziano in diversi campi dell’automotive e crescono con l’immaginazione dei progettisti. Partiamo dallo sviluppo di sistemi di mobilità, protezione dei pagamenti, trasparenza nella catena di fornitura dei componenti fino ad arrivare risarcimenti assicurativi.
Entro il 2030 le connected car in circolazione in tutti il mondo saranno circa 250 milioni. A catturare l’attenzione dell’industria automotive, e non solo, per questa tecnologie è la sua capacità di garantire un elevato livello di protezione dei dati.
Tutto questo rende la tecnologia blockchain adatta per difendere l’auto connessa da possibili attacchi cibernetici. Parliamo di veicoli dotati di sensori intelligenti per la guida autonoma, di sistemi di infotainment all’avanguardia e di processi informatici basati sul cloud. Tutti elementi che spingono l’industria automobilistica a puntare su questa innovazione per riuscire a gestire e proteggere l’enorme quantitativo di dati che verranno prodotti dall’auto. Quest’ultime infatti oltre a essere in grado di guidarsi da sole potranno aggiornare i propri software, pagare il pedaggio o il rifornimento di carburante e acquistare film, app e altri servizi. Di conseguenza riuscire a renderle inviolabili significa difendere i singoli driver da furti o truffe ai loro danni. L’adozione di questa tecnologia da parte del comparto automotive rappresenta dunque un vantaggio competitivo il cui effetto, nel lungo periodo, sarà rappresentato da un'ampia diffusione delle connected car e quindi da una maggiore crescita del business per costruttori e filiera aftermarket. L’utilizzo della blockchain nel campo dell’automotive non si riduce però solo a ciò che ruota intorno al veicolo:le sue possibili applicazioni, infatti, vanno oltre l’auto, estendendosi all’intero comparto della mobilità. Infatti, con il diffondersi dell’internet of things nel campo dei trasporti, la protezione dei dati è diventata una priorità per la diffusione di mezzi e infrastrutture intelligenti. In questo caso il tema riguarderà la sicurezza stradale collegata alla capacità dei sensori, sparsi nelle smart city, di inviare alle auto in maniera sicura – senza il rischio di essere hackerate – le informazioni riguardanti la presenza di traffico, di un incidente o di un viadotto crollato. Le opportunità che si celano dietro l’uso della tecnologia blockchain sono innumerevoli e spaziano in diversi campi e settori. Un altro aspetto su cui la filiera dell’automotive può investire le sue risorse riguarda la catena di fornitura. In questo caso la trasparenza offerta dai “libri contabili distribuiti” può aiutare a garantire che produttori, spedizionieri e fornitori vedano la stesso percorso per l’approvvigionamento. Così da rendere difficile, se non impossibile, l’inserimento al suo interno di componenti contraffatti.
Ma che cos’è la blockchain?
Si tratta di un protocollo di comunicazione che permette la creazione di un grande database distribuito per gestire le transazioni condivisibili tra più nodi – sono i server di ciascun partecipante – di una rete. Il database è strutturato in blocchi all’interno dei quali sono archiviate un insieme di transazioni validate e correlate da un marcatore temporale (timestamp). Ogni blocco include l’hash (una funzione algoritmica informatica) che identifica il blocco in modo univoco e che permette il collegamento con quello precedente. L’insieme di questi blocchi costituisce il ledger: un registro pubblico – una sorta di libro mastro – nel quale vengono annotate, con la massima trasparenza e in modo immutabile, tutte le transazioni effettuate in modo ordinato e sequenziale. In pratica la blockchain è un sistema che consente agli utenti di verificare e proteggere in modo autonomo le transizioni senza bisogno di intermediari, e di conseguenza di accelerare i processi aziendali.
Ludovico Tallarita