Roma - 1 febbraio 2023 _ Azioni, obbligazioni, fondi di investimento: per gli operatori leggere i rendimenti dei tradizionali prodotti di investimento è una sofferenza. Ma in mezzo a tanti segni meno ci sono prodotti che sono riusciti a limitare sensibilmente le perdite e altri che, addirittura, mentre tutti perdevano hanno portato in bilancio rendimenti interessanti.
Le parole magiche sono portafoglio short, investimenti flessibili, Hedge fund, Private Equity e, ancora, investimenti immobiliari e in infrastrutture.
Tutti termini finanziari sconosciuti alla grande massa, ma che possono essere ricompresi tutti nella categoria ‘Fondi alternativi’.
Se ne è parlato a Roma il 25 gennaio al convegno “Il ritorno degli alternativi – Strategie Liquid Alternatives & fattori ESG” organizzato da Parus Finance, gestore di investimenti indipendente con sede a Londra.
Hanno partecipato ai lavori esperti internazionali della finanza e rappresentanti di enti previdenziali italiani, particolarmente interessati alla gestione dei fondi loro affidati.
Marc Chatin, Partner e Portfolio Manager di Parus Finance, aprendo gli interventi, ha spiegato perché oggi si può parlare di una nuova era degli investimenti alternativi: “Siamo in una fase economica che non si vedeva da molti decenni e questo è un mercato entusiasmante per la nostra strategia”
Nei periodi di crisi, si mette in evidenza chi è professionalmente capace di gestire i flussi, chi compra titoli e ne vende altri nello stesso momento, riuscendo a portare a casa risultati comunque positivi in una fase in cui i gestori chiudono bilanci con perdite del 15%.
Parus Finance ci crede e, anche in Italia, si sta muovendo per far conoscere la sua strategia Global Long Short Equity, un modello di successo che finora ha riportato rendimenti significativamente superiori ai mercati azionari.
L’investimento ad alto rendimento si può concretizzare, però ha dei presupposti: la ricerca e l’analisi di bilanci e prospettive di società, prima che si realizzino operazioni di investimento, con l’obiettivo di individuare società che abbiano notevoli potenzialità di crescita, investendo in anticipo rispetto ai trend di crescita previsti. Come ha fatto Parus Finance entrando in molte società ancora non valorizzate come Google nel 2004, Facebook nell'ottobre 2012 e Tesla nel maggio 2013.
“È importante determinare il vero valore di un’azienda piuttosto che preoccuparsi dell’andamento dei prezzi delle azioni – ha spiegato Marc Chatin - La mia esperienza con i cicli economici precedenti mi ha insegnato che a lungo termine lavorare in modo indipendente sui fondamentali paga di più che cercare di rispondere alle tendenze”.
Con le strategie del portafoglio short e di investimento flessibile, Parus è stata in grado di limitare le perdite, come il -9% del 2008, quando il mercato era in calo del 45% o il +3,5% dell'anno scorso, quando l'MSCI world (indice del mercato azionario a livello globale) era in calo del 19,5%. E l'anno scorso, a causa dei periodi di transizione del mercato, la strategia si è dimostrata ancora una volta vincente. A dicembre 2022, il fondo era del +2,9%, quando il mondo MSCI era in ribasso del -4,3%. Lo short book ancora una volta ha trainato la performance.
Ludovico Tallarita