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Il marchio IGP anche per i prodotti artigianali? L'Ue ci sta lavorando

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La proposta, avanzata dalla Commissione Europea, ha avuto il primo ok dal Parlamento Europeo. Contrari i rappresentanti del consorzio Origin Italia

Bruxelles, 8 marzo 2023- Lo si aspettava da tempo ma adesso pare diventare realta: i prodotti artigianali e industriali presto potranno essere a Indicazione geografica protetta, come quelli alimentari, così da valorizzare il loro legame col territorio d'origine. Manufatti come il vetro di Murano, la porcellana di Limoges o la coltelleria di Solingen – per fare alcuni esempi – potranno inserire sulle confezioni il logo Ue  ( Unione Europea) che tutela le IGP. Il 28 febbraio la commissione giuridica del Parlamento Europeo  ha dato l'ok  a una proposta di regolamento, avanzata il 13 aprile 2022 dalla Comissione guidata da Ursula von der Leyen, che, per la prima volta, va a definire  un quadro regolamentare a tutela della proprietà intellettuale della manifattura frutto dell'originalità e della autenticità delle pratiche tradizionali regionali.

La registrazione delle IG sarà semplice e a costi contenuti. Due gli step: in una prima fase saranno i produttori a dover presentare l'istanza di IG ad un'autorità designata dallo stato. Questa, a sua volta, trasmetterà all'Ufficio dell'Unione europea per la proprietà intellettuale (Euipo) la domanda ritenuta idonea, affinché sia ulteriormente valutata e approvata. Gli stati che non dispongono di procedure di valutazione nazionale potranno presentare domanda direttamente all'Euipo. Non solo. I produttori potranno anche presentare una auto-dichiarazione di conformità dei prodotti alle specifiche di produzione, così da rendere il sistema più snello e meno costoso.

Sarà, inoltre, possibile proteggere all'interno del mercato della Unione le IGP corrispondenti di paesi extra-Ue. Da ultimo, il nuovo regolamento punta a sostenere lo sviluppo delle regioni rurali, incentivando i produttori (in particolar modo le piccole e medie imprese) a investire in nuovi prodotti autentici. L'obiettivo è di creare mercati di nicchia, conservando competenze uniche, e attrarre nuovi turisti nelle zone di produzione di questi nuovi IGP, così come avviene per dei vini italiani o dei formaggi francesi.

Ma non tutti sono d'accordo: La Origin Italia, l'associazione che fa a capo ai consorzi di tutela degli IGP italiani esprime il suo dissenso parlando di rischi di “banalizzazione”. Il motivo di tale opposizione è la disparità tra i meccanismi per il rilascio degli IGP attuali nel settore agroalimentare ( che prevede il rispetto di protocolli e controlli stringenti dalla Ue) e quelli non agroalimentari, che nel disegno di direttiva uscito da Bruxelles, si baserebbero in particolar modo su autodichiarazioni di conformità, saltando quel processo di verifica che invece è previsto ora per la concessione del marchio IG.

 

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