Dal primo gennaio 2023 la Croazia è il 20° membro dell'eurozona e dell'area Schengen. Un processo di riforme durato dieci anni ha portato il paese a soddisfare i requisiti necessari per entrare nell'Ue.
Da oggi è possibile pagare con entrambe le monete, le kune croate saranno accettate fino al 14 gennaio e comunque fino alla fine dell’anno sarà obbligatorio esporre cartellini con il prezzo espresso in entrambe le valute.
Il tasso di cambio è stato fissato in cambio in 7,53450 kune per ogni euro; il cambio di valuta sarà gratuito fino al 31 dicembre.
Una conferenza stampa congiunta è stata tenuta cone la partecipazione della presidente della Commissione europea, Ursula Von der Leyen, dal primo ministro croato Andrej Plenković.
“I croati potranno godere di alcuni dei migliori benefici che la nostra unione può offrire – ha detto Von der Leyen – L’Europa rende la Croazia più forte, e la Croazia rende l'Europa più forte.”
“La sua economia crescerà – ha concluso la presidente UE - e potrebbe anche diventare un hub energetico europeo per fonti rinnovabili”.
Il paese della ex Jugoslavia è quindi pronto ad attrarre più investimenti e creare nuovi posti di lavoro.
Nella stessa data la Croazia è entrata a far parte dell’Area Schengen, come era stato annunciato l'8 dicembre dalla presidenza di turno dell'Ue guidata dalla Repubblica Ceca. L'area comprende 22 stati dell'Ue, più Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Svizzera.
La zona Schengen sarà estesa a 420 milioni di persone che potranno viaggiare liberamente e senza controlli alle frontiere.
Sono stati immediatamente aboliti 73 valichi di confine terrestri con la Slovenia e l'Ungheria, e 12 nei porti marittimi per linee dirette verso l'Italia.
I controlli marittimi e terrestri saranno revocati con effetto immediato, anche se la sorveglianza interna negli aeroporti continuerà provvisoriamente almeno fino al 26 marzo 2023 per far coincidere i tempi con quelli fissati dalla Iata, Associazione internazionale del trasporto aereo.
La Croazia sarà sottoposta a un esame entro un anno per verificare che rispetti effettivamente tutti i protocolli stabiliti da Schengen.
Ludovico Tallarita