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Ambiente

La sostenibilità sul podio

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Alle Olimpiadi cresce la voglia di sostenibilità

23 agosto 2024 – La sostenibilità è diventata la parola d’ordine delle Olimpiadi contemporanee e diventerà sempre più protagonista nelle edizioni future. 

Il terzo millennio ha finalmente visto gli organizzatori cercare di limitare le emissioni, ridurre gli sprechi e attuare forme crescenti di riuso di impianti e materiali.

La questione della sostenibilità ha iniziato ad essere affrontata in occasione dei Giochi invernali di Vancouver, nel 2010, con la realizzazione di strutture bioedilizie, ricerca di fonti rinnovabili e misure di mobilità sostenibile e raccolta differenziata.

Tagli agli sprechi e riuso sono gradualmente aumentati e nel 2016 a Rio quasi un terzo delle medaglie 

fu prodotto da materiale di recupero. 

Nel 2020 nell’edizione estiva di Tokyo l’approccio green ha condizionato la realizzazione la rete delle infrastrutture sportive, tecnologiche e relative alla mobilità. Poi il riuso: si è voluto iniziare con il simbolo delle competizioni: le medaglie, che sono state realizzate utilizzando apparecchiature elettroniche dismesse, e poi dai podi, che sono stati creati con 45 tonnellate di plastica riciclata e recuperata dai mari e in seguito sono stati distribuiti a scuole e strutture sportive.

Piccole innovazioni, per lo più simboliche, che però hanno indicato l’obiettivo che avrebbe dovuto impegnare le edizioni successive. 

Con riferimento alle risorse si è dato spazio alla filosofia delle 3R: riduci, riusa, ricicla. Il 99% dei beni acquistati per le forniture erano riciclati o sono stati presi in prestito o riutilizzati. Mentre per i rifiuti ci si è posti l’obiettivo di riutilizzare o riciclare almeno il 65% di quelli prodotti durante l’evento. 

Ai primi anni ’10 risalgono anche le prime rilevazioni di dati in termini di emissioni e impatto ambientale. Durante le edizioni di Londra 2012 le emissioni di anidride carbonica sono state stimate pari a quasi 3,3 milioni di tonnellate di CO2, mentre in occasione di quelle di Rio de Janeiro nel 2016 l’impronta di carbonio è salita a 3,6 milioni di tonnellate. 

Inevitabilmente anche i francesi hanno preso atto che l'organizzazione di un grande evento internazionale, concentrato in una sola città, determina un volume enorme di emissioni di gas serra e hanno deciso di affrontare radicalmente la questione sostenibilità. 

Le Olimpiadi di Parigi sono le prime per cui sia stato fissato un obiettivo di emissioni massime (equivalente a 1,58 milioni di tonnellate di CO2) da rispettare e per cui conseguentemente sia stato elaborato un piano per contenerle. 

Altra notizia positiva relativa alle Olimpiadi di Parigi 2024 è che sono costate complessivamente 9 miliardi di euro, la spesa più bassa negli ultimi 20 anni. 

La stima complessiva delle emissioni è stata comunque rivista al rialzo perché il progetto del villaggio olimpico non prevedeva un sistema di aria condizionata ma un sistema di raffrescamento geotermico, che però è stato rimpiazzato con 2.500 condizionatori portatili.

Il contenimento dei costi è stato ottenuto limitando la costruzione di nuovi impianti e utilizzando quelli già esistenti: ben il 95% delle infrastrutture sportive utilizzate erano già esistenti. I soli impianti permanenti costruiti appositamente per i Giochi 2024 sono stati il villaggio olimpico, l'Aquatics Center, il Climbing Wall di Le Bourget e una struttura che per ospitare i giornalisti nelle ore di lavoro.

Tutti continueranno a essere utilizzati dopo la fine della manifestazione: il villaggio olimpico sarà trasformato in un complesso di case e uffici, l’Aquatics Centre diventerà un impianto sportivo per il dipartimento Seine-St Denis. Inoltre sul suo tetto sono stati installati pannelli fotovoltaici, che rendono l’impianto indipendente a livello energetico.

Nell’ottica di ridurre le emissioni è stato deciso che più del 60% del cibo servito agli atleti fosse vegetale; e che per realizzare molti oggetti usati nei Giochi sono stati usati materiali riciclati, comprese le medaglie, per le quali è stato utilizzato ferro scartato dalla costruzione della Torre Eiffel. 

Dopo la conclusione dei Giochi olimpici Georgina Grenon, directrice de l’Excellence Environnementale Pars 2024 ha dichiarato: “Volevamo dimostrare che un altro modello era possibile e creare un lascito per altri grandi eventi sportivi”. 

La sostenibilità ha ormai guadagnato un posto di rilievo nell’organizzazione delle Olimpiadi e in linea con l’Agenda Olimpica 2020 del Comitato Olimpico Internazionale, CIO, le Olimpiadi invernali di Milano Cortina 2026 ne faranno della sostenibilità un pilatro fondamentale. 

E a novembre 2023 il Comitato organizzatore dei Giochi invernali di Milano Cortina 2026 ha già presentato il Rapporto di sostenibilità. 

Nel documento si legge: “Per raggiungere gli obiettivi di riduzione degli impatti ambientali definiti nella Strategia di Sostenibilità, Impatto e Legacy è necessario quantificare e monitorare correttamente le emissioni di GHG (gas ad effetto serra espresse in emissioni di CO2eq) legate ai Giochi. Fondazione Milano Cortina 2026 ha completato un processo di stima dell’impronta di carbonio dei Giochi, cosiddetta Carbon Footprint adottando la metodologia ufficiale del CIO Carbon Footprint Methodology for the Olympic Games”.

Le gare si svolgeranno in 12 sedi, delle quali il solo PalaItalia verrà costruito ex novo. La struttura che ospiterà l’hockey dopo la conclusione delle gare continuerà ad essere utilizzata come spazio multifunzionale.

Per gli atleti verranno realizzati tre villaggi olimpici: uno a Milano, che in seguito diventerà un campus per studenti; il secondo a Livigno destinato alla Protezione civile, sarà dopo trasformato in un centro di allenamento avanzato per atleti. Per il terzo, che sarà situato a Cortina non è stato ancora annunciato se avrà un successivo utilizzo.

Gli organizzatori dei Giochi Olimpici di Los Angeles 2028 sono pronti a sfruttare le infrastrutture esistenti, che faranno risparmiare fino a 150 milioni di dollari e si allineeranno agli obiettivi di sostenibilità del Comitato Olimpico Internazionale.

Inoltre hanno annunciato di aver tenuto i primi incontri con i leader delle comunità locali per raccogliere consigli e indicazioni per la pianificazione della manifestazione sportiva in merito alle attività e agli appalti della comunità, alle assunzioni locali e alla sostenibilità. 

Il Comitato organizzatore LA 28 ha creato tre gruppi per garantire che la pianificazione delle Olimpiadi rifletta i valori di Los Angeles, creando opportunità economiche in tutta la smisurata area metropolitana della città. 

I gruppi forniranno anche indicazioni sull’impatto dei Giochi e sui piani di sostenibilità, garantendo che i Giochi LA28 fungano da catalizzatore per benefici duraturi per la regione.

Erikk Aldridge, vicepresidente di Impact LA28, ha dichiarato “Stiamo lavorando a stretto contatto con organizzazioni civiche e no-profit e con i loro esperti in materia per garantire che voci diverse siano incluse nella pianificazione dei Giochi Olimpici e Paralimpici del 2028. Abbiamo un’opportunità unica di utilizzare i Giochi come catalizzatore del progresso, co-creando benefici per la regione che saranno disponibili anche dopo la fine dei Giochi”.

Nella scelta delle prossime sedi olimpiche, il Comitato Olimpico Internazionale ha stabilito che saranno decisive le risorse economiche e la politica di riduzione dell’impatto ambientale, grazie anche alla costruzione di impianti sportivi edificati con materiali ecocompatibili. 

Per questi motivi con undici anni di anticipo sulla data di svolgimento, il Cio ha designato la città australiana di Brisbane quale sede delle olimpiadi del 2032, che ospiterà le olimpiadi dopo Los Angeles.

Silvio Damiani

 

 

 

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