11 dicembre 2022 _ "Dottore si fermi, purtroppo ha appena eseguito una manovra errata; abbiamo appena perso il paziente.”
“Mi dispiace Professore, farò più attenzione con la prossima operazione. Possiamo ricominciare?”
“D’accordo, preparo il tavolo operatorio.”
All’interno delle aule e delle sale chirurgiche delle strutture ospedaliere ed universitarie una conversazione simile potrebbe presto diventare la normalità.
Non si tratta di uno scenario fantascientifico né di un preoccupante scenario di estremo disinteresse verso la salute del paziente: si tratta del possibile futuro della formazione medica.
L’attuale pandemia ha rivoluzionato in maniera travolgente l’universo della sanità ed in particolare il settore della formazione medico-sanitaria, un ambito che per quasi due anni è stato costretto dal lockdown forzato e dalla necessità di isolamento ad affidarsi alle tecnologie di apprendimento da remoto; in queste circostanze, l’e-learning ha vissuto una decisa espansione ed una continua evoluzione e con esso anche le modalità di erogazione del processo formativo a distanza. Una delle tecnologie più rivoluzionarie nonché la più immersiva è la Realtà Virtuale (RV o RVI, Realtà Virtuale Immersiva), uno spazio virtuale originato dalla combinazione di dispositivi software e hardware che permettono all’utente di vivere diverse situazioni preimpostate all’interno di una simulazione tridimensionale interattiva: in poco tempo la RV ha trovato numerose applicazioni, dai videogiochi alla progettazione avanzata, dall’addestramento per figure professionali (piloti, militari, chirurghi, tecnici e altri) al turismo a distanza (grazie alla fruizione virtuale di mostre e musei), finendo per estendersi anche all’ambito formativo e specialmente nel settore medico-sanitario.
Ludovico Tallarita