Roma – 28 ottobre 2024 _ La nascita del Teatro Ateneo è il frutto di un’idea di valorizzazione della cultura teatrale all’interno dell’università, con uno spazio dedicato a produzioni artistiche e ad eventi che possano coinvolgere non solo gli studenti, ma anche il pubblico cittadino. Durante gli anni, il Teatro Ateneo ha visto esibirsi numerosi artisti di fama, contribuendo così a consolidare la reputazione del teatro come un crocevia di talenti emergenti e affermati. Il Teatro hasaputo adattarsi ai mutamenti sociali e culturali, affrontando tematiche attuali e rilevanti e rimanendo al passo con le esigenze del pubblico moderno. Questo approccio dinamico ha contribuito a rendere il Teatro Ateneo non solo un luogo di spettacolo, ma anche un’importante fucina di idee e di creatività.
Oggi, il Nuovo Teatro Ateneo ambisce ad essere nuovamente un faro di cultura a Roma, rappresentando un esempio di come l’arte possa integrare e arricchire le esperienze della comunità accademica e cittadina, promuovendo il dialogo e la condivisione attraverso la magia del palcoscenico. Forte della sua grande e prestigiosa storia – che ha visto passare sulle tavole del palcoscenico i più grandi nomi del teatro italiano ed europeo – il Nuovo Teatro Ateneo propone la sua prima Stagione sperimentale, che si distingue per una programmazione che spazia dal teatro classico alla drammaturgia contemporanea e alla danza.
Questi gli spettacoli fino alla fine di novembre:
Lunedì 28 ottobre ore 21,00
‘Spazio dentro. Storia di un cortile di Simonetta De Nichilo’.
Spettacolo creato all’interno dei progetti di Terza Missione “Promuovere il benessere delle donne detenute. Lo spazio della pena, la pena dello spazio” e “Per un teatro necessario. Università, carcere e scuola. Per un modello inclusivo di public engagement e di formazione integrata attraverso il teatro”. A Roma, nel quartiere di Rebibbia, c’è un cortile conosciuto come lo spazio dei passeggi. Si trova in mezzo a due alti edifici di mattoni rossi, dove vivono donne private della libertà personale. Contare i passi per arrivarci, oltrepassando soglie reali e metaforiche, è l’innesco di un viaggio in un mondo ristretto dove la storia da raccontare non è mai da sola. Evento organizzato dal prof. Di Palma. Ingresso gratuito
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Martedì 29 ottobre ore 20,30
Mercoledì delle Ceneri di Valentina Esposito, con la collaborazione di Fort Apache Cinema Teatro. Spettacolo creato all’interno del progetto di Terza Missione indirizzi strategici “Per un teatro necessario. Università, carcere e scuola. Per un modello inclusivo di public engagement e di formazione integrata attraverso il teatro” con la collaborazione di Fort Apache Cinema Teatro e con la regia di Valentina Esposito. Mercoledì delle Ceneri è il risultato di un percorso di ricerca artistica sul tema della violenza di genere e del corpo ferito, segnato e abusato fino alla negazione dell’identità. Contesto contenitore della trama sviluppata a partire dal tema di fondo è il rito popolare carnevalesco celebrato nelle province laziali e campane nei giorni di martedì grasso e di mercoledì delle ceneri, momenti rituali e simbolici di morte e rinascita di corpi/fantoccio bruciati e inceneriti dal fuoco di un rogo purificatore. Lo spettacolo è il risultato di una prassi creativa che utilizza il teatro come strumento di elaborazione della sofferenza, di revisione del passato, di riflessione sul vissuto e attraversa i contenuti personali degli interpreti in un processo condiviso di invenzione che ricolloca i contributi in forma narrativa e teatrale sulla scena. Evento organizzato dal prof. Di Palma. Ingresso gratuito
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Mercoledì 30 ottobre ore 20,30
‘Agenti’ scritto e diretto da Mimmo Sorrentino. Lo spettacolo racconta il vissuto lavorativo e privato di nove agenti di polizia penitenziaria. A intrecciare le loro storiesono i detenuti con cui hanno a che fare e che vediamo tramite i racconti degli agenti. Il poeta che tenta il suicidio perché incuriosito più dalla morte che dalla vita. Faccia di luna che è una donna nata nel corpo di un uomo. L’assassino di cui tutti hanno paura perché ha fatto del male la sua religione. Figlio di puttana che pensa di essere il secondo marito di Santa Lucia. Il cinese che prova ad arrangiarsi e spera di diventare “influenza” (Influencer) quando uscirà di galera. Il dolore di queste anime condannate tocca nel profondo chi si occupa di loro provocando dei cambiamenti nelle loro vite e sono lo scheletro narrativo delle storie, perché è attraverso di esse che le storie degli agenti si intrecciano. E poi c’è il carcere, con le sue logiche contraddizioni. Luogo di dittatura perché è permesso solo ciò che è stabilito dalla legge, al contrario degli stati liberali dove è permesso tutto ciò che non è proibito. La guardia sul muro di cinta. Le scorte. Le cariche. Le perquisizioni. Le azioni eroiche e meschine. Dove si è sempre sulla zona di conflitto tra l’essere umani e l’essere disumani e bisogna continuamente scegliere. Scelta che stressa in maniera inenarrabile la vita delle persone se chiamate a lavorare nel luogo della cattività. Gli amori. In carcere ci sono tutte le sue declinazioni. Le aspettative. La depressione. “Solo un matto può essere contento di stare in carcere e i matti non è che poi stanno così bene”. La pensione. Attesa, ma quando arriva lascia l’amarezza perché anche all’inferno si costruiscono relazioni sociali. L’urgenza. È sbagliato pensare che il pianeta carcere sia un’emergenza. È un’urgenza continua. La consapevolezza della scarsa riconoscenza sociale. “Durante il corso gli ispettori ci dicevano di continuo che gli agenti della polizia penitenziaria hanno la stessa dignità degli alti corpi dello Stato, ma se fosse vero non avrebbero avuto bisogno di ribadirlo. Sono sicuro che ai finanzieri e ai carabinieri non stanno a dire che hanno la stessa dignità di noi agenti di polizia penitenziaria. Del resto, è naturale che sia così. Un cittadino se ha bisogno di aiuto chiama i carabinieri o la polizia di Stato, non certo i poliziotti della penitenziaria. Evento organizzato dal prof. Di Palma. Ingresso gratuito
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Venerdì 8 e Sabato 9 novembre h 20.30
‘Sahara’ spettacolo di danza della Compagnia Mòra di Cesena diretta dalla coreografa e drammaturga ClaudiaCastellucci, vincitrice del Leone d’argento alla Biennale Danza di Venezia del 2020. Con Sahara si ricerca la condizione iniziale dell’artista che ha, come materia, soltanto la propria persona. Creare dal nulla è la segreta pretesa dell’arte che proprio nel deserto vuole sperimentare di quanto poco essa possa avere bisogno peropporre all’estrema condizione della monotonia di tempo e di spazio un altro mondo. La grande povertà di materie e di relazioni nel deserto spinge la danza a creare soltanto con ciò che si ha: se stessi, come unico –primo e ultimo– strumento. Forme inesistenti e irriproducibili sono realizzate se non attraverso sé stessi. Ancor prima di essere una situazione spaziale, il deserto impone una condizione temporale massimamente elastica: momenti di attesa esasperante e momenti di repentina prontezza, che la musica, composta su commissione, saprà dettare.
Evento organizzato dal prof. Di Bernardi, in collaborazione con Romaeuropa Festival.
L'evento è organizzato anche in collaborazione con il SARAS, Dipartimento di Storia Anropologia Religioni Arte Spettacolo, Sapienza Università di Roma.
Ingresso a pagamento – costo dei biglietti: 20 euro + prevendita; 12 euro + prevendita per i dipendenti Sapienza; 8 euro +prevendita per gli studenti Sapienza e riduzioni di legge.
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Lunedì 11 novembre ore 20,30
‘Risveglio di primavera’ di PoEM con la regia di Gabriele Vacis, compagnia PoEM, allestimento e scenofonia di Roberto Tarasco. Nel Risveglio di primavera di Wedekind ci sono Moritz, Melchior, Wendla, Hänschen, Ilse, Martha, appena quattordici anni a testa. E intorno a loro, insieme a loro, c’è una generazione che non sa di essere persa. Come tutte le generazioni diadolescenti. Gli adulti sono muti, non hanno le parole per reggere il cambiamento che sta arrivando, e quando parlano non sanno cosa dire, e fanno guai. I ragazzi sentono il loro corpo cambiare, il risveglio del titolo anima i loro sogni e le loro paure, non ci sono maestri che possano insegnargli come si fa a sopravvivere. E così il sesso, lo stupro, l’aborto, l’omosessualità e il suicidio vanno a braccetto con i compiti di matematica, i nastri rosa da passare nelle camicie, i nontiscordardimé da cogliere al fiume. È una tragedia di ragazzi – come dice il sottotitolo – e in questa tragedia si riflettono tutti gli spettri di un Novecento che stava arrivando. Fino al nostro nuovo millennio che protrae all’infinito le adolescenze. Lo spettacolo verrà replicato anche martedì 12 novembre h 10:30.
Evento organizzato dal prof. Locatelli, con il contributo di LABS Sapienza / Dipartimento SARAS.
Ingresso a pagamento – costo dei biglietti per l’11 novembre: 20 euro + prevendita; 15 euro + prevendita per i dipendenti Sapienza; 8 euro + prevendita per gli studenti Sapienza e riduzioni di legge. Costo dei biglietti per il 12 novembre: 8 euro +prevendita.
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Giovedì 21 novembre ore 21,00
‘Not Here Not Now’ di e con Andrea Cosentino. Un incontro/scontro da teatranti con la body art, il lazzo del clown che gioca con il martirio del corpo come testimonianza estrema. Marina Abramovic dice: il teatro, il cinema, l’arte sono limitate, essere spettatori non è un’esperienza. L’esperienza bisogna viverla. “Theatre is very simple: in theatre a knife is fake and the blood is ketchup. In performance art a knife is a knife and ketchup is blood.” Il resoconto di un’esperienza attiva con Marina Abramovic, sotto forma di dramoletto polifonico. Un assolo da stand up comedian per spettatori fatalmente passivi e programmaticamente maltrattati, con pupazzi parrucche martelli di gomma e nasi finti. E ketchup, naturalmente. Evento organizzato dal prof. Di Palma. Ingresso a pagamento– costo dei biglietti: 16 euro + prevendita; 12 euro + prevendita per i dipendenti Sapienza; 8 euro +prevendita per gli studenti Sapienza e riduzioni di legge.
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Martedì 26 e mercoledì 27 novembre ore 21,00